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Nel tempo che ci resta.
Elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Ora e giorno di spettacolo

sabato ore 21.00

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Biglietti

intero € 15 | under 25 e over 60 € 10 | under 18  € 6

“Ogni menzogna cadrà per il suo proprio peso, e rimarrà soltanto ciò che l’amore toccò con la sua lingua”

César Brie

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Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono quattro figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove sono, qual é la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. É Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato.

 

I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti. Agnese la moglie di Paolo è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito le chiavi a Giovanni e Paolo per capire la mafia dall’interno. Dieci anni prima della sua uscita di scena, nell’arco di due mesi, in quella sciagurata estate del 92, erano stati uccisi Giovanni e Francesca e poi Paolo. Si ritrovano da morti, in un cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo.

 

I morti non serbano rancore, ricordano con precisione, intrecciano fatti, accadimenti, segnali, indizi. Avevano visto e previsto tutto, anche la cattiveria e il tradimento.

 

La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere. Così i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio perché lo amavano e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo.

Ed è l’amore che viene fuori da questa scena, malconcio, pieno di polvere e detriti.

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10 febbraio 2024

testo e regia
César Brie

 

con
César Brie
Marco Colombo Bolla
Elena D’agnolo
Rossella Guidotti
Donato Nubile

 

assistenti alla regia
Adele Di Bella
Francesco Severgnini

 

scene
a cura della compagnia

 

tappeto
Giancarlo Gentilucci

 

assistente scene e costumi
Camilla Gaetani

 

luci
Stefano Colonna

 

musiche
Pablo Brie 

variazioni su temi di Verdi

 

arrangiamenti musicali
Matìas Wilson

 

foto
Laila Pozzo

 

si ringrazia per i costumi
Teatro dell'Elfo

 

produzione
Campo Teatrale
Teatro dell’Elfo

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